Genzano e la Via Appia
Alla ricerca dell'antica
strada romana
Genzano ha una storia più recente
rispetto a quella di altri paesi dei Castelli. Il primo insediamento di
cui si ha notizia ben dopo l’anno Mille è quello di un gruppo di frati
dell’Abbazia delle Tre Fontane, in alto a picco sul Lago di Nemi dove
adesso c’è l’ex Convento dei Cappuccini.
Non è strano: la Via Appia non passava dove oggi c’è l’abitato, ma
collegava le antiche città di origine latina con un percorso
condizionato dal rilievo della zona.
Infatti ai Castelli la Via Appia
Antica aveva un tracciato ben diverso da quello attuale. Le alture del
Vulcano Laziale richiedevano il superamento di dislivelli considerevoli.
Mentre la salita dalle Frattocchie sfruttava la graduale crescita di
quota di una antica colata lavica, da Albano verso Velletri
il territorio era segnato da coni vulcanici e crateri, alcuni dei
quali trasformati in laghi. Pensate che in questa zona la Via Appia
raggiungeva i 430 metri, la quota più alta dell’intero tracciato fino a
Brindisi, se non sbaglio.
E se sbaglio … mi corrigerete!
In questa mappa vengono messi a
confronto i percorsi della Via
Appia Antica (in blu) e della Via Appia Nuova (in rosso).
Sono numerati ed evidenziati
alcuni punti:
❶ La Via Appia Antica appena a sud di
Albano scendeva verso Vallericcia in prossimità della Tomba degli Orazi
e Curiazi, mentre il nuovo tracciato
prosegue scavalcando il burrone sul Ponte di Ariccia
fatto costruire da Pio IX;
❷ Passava vicino alla base
dell’attuale Ponte di Ariccia;
❸ Raggiungeva le antiche mura di Ariccia dove
oggi al centro di una rotatoria c'è un arco. La strada iniziava
poi a risalire quasi in corrispondenza dello
sbocco dell’antico emissario del Lago di Nemi, dove
ora ci sono stabilimenti per la produzione della porchetta. Sono ancora
visibili i ruderi del viadotto
con cui veniva superato il bordo del cratere di
Vallericcia;
❹ Aggirava le pendici di Monte Pardo;
❺ Valicava in vicinanza della odierna
tangenziale di Genzano e proseguiva pressoché in linea retta e in piano
dove il paese ha la sua espansione più
recente, in basso rispetto al centro storico;
❻ Tornava a scendere verso
Montecagnoletto, di fianco alla colonna di Nerva del XIX miglio. Qui c’è
un tratto dell’antico basolato molto ben conservato,
a distanza minima dall’Appia Nuova;
❼ Continuava a quota inferiore
all'attuale passando vicino ai ruderi del Castello medioevale di San
Gennaro (nei pressi di una antica città dei Volsci) per
poi risalire a sud di Velletri in direzione di
Cisterna.
Albalonga, Aricia, Lanuvium erano
antichi insediamenti già esistenti prima di Roma. Dalla Via Appia si
staccavano strade che ne collegavano gli abitati, come pure il Tempio di
Diana, il tempio di Giove a Monte Cavo, il tempio di Giunone Sospita.
Qui intorno si trovavano le ville di romani importanti e facoltosi, come
Vitellio, Cicerone, Caligola. Altre strade come la Via Astura si
ricollegavano alla Via Ardeatina e oltre, verso la costa tirrenica, la
Via Laurentina, la Via Severiana.
Questo è un itinerario che ben si
lega ad altri che ho già proposto ma, visto che siamo vicino casa mia,
lo accoppierei a una passeggiata nel centro storico di Genzano (→ C6).
Qui di seguito ecco dove fare tappa in un breve giro in auto da
Albano alla ricerca dei resti dalla Via Appia Antica.
Poco avanti si trova un'altra
rotatoria. Al centro c'è un arco, ciò che resta di una delle porte
dell'antica Ariccia. Un cartello identifica il luogo come "Basto del
Diavolo". Sembra che questo fosse il punto in cui morì lo strano
personaggio chiamato Simon Mago in fuga dopo un episodio di levitazione
conclusosi male con una disastrosa caduta.
Girando a destra e aggirando un
campo si potrebbe raggiungere lo sbocco dell'emissario del Lago di Nemi
(→
itinerario C2).
Da qui la strada prendeva a salire
alle pendici di Monte Pardo, dalla cima ornata di pini panoramicamente
affacciata su Ariccia, Genzano e la pianura. La cima si può raggiungere
con una facile e breve passaggiata dal punto più alto dell'Appia Nuova
prima di ridiscendere verso Genzano. Oltre ai pini si trovano dei ruderi
e alcune antenne ripetitrici della TV.
Andando oltre il tracciato antico è
vicinissimo a quello moderno. Una deviazione nei pressi di un
supermercato porterebbe nella zona industriale a lato della quale sono
ben visibili i ruderi della Villa degli Antonini (dove abitarono
Antonino Pio, Commodo e Marc'Aurelio) al momento oggetto di scavi
archeologici.
Ma passiamo avanti. Sulla sinistra troviamo la colonna di Nerva (un po' in abbandono) in ricordo dei lavori di ristrutturazione viaria voluti dall'imperatore. Subito dopo inizia una straordinario tratto di alcune centinaia di metri che conserva il basolato originario. Conviene percorrerlo a piedi.
Tornando poco indietro potremmo
raggiungere Lanuvio (→
itinerario C4), oppure continuando a scendere sulla strada vecchia per
Velletri i ruderi del Castello medioevale di San Gennaro, costruito sul
luogo in cui già vi era una fortificazione romana di età repubblicana.
Di qui potremmo tornare a Lanuvio con un
ampio giro nella campagna in cui si trovavano antiche ville (la zona
chiamata Colli di Cicerone).
Secondo me però dopo la passeggiata sul basolato è meglio riportarsi a
Genzano, cercare un ristorantino e poi fare un bel giro a piedi nel mio
paese, che se lo merita.