Nella terra dei Lotofagi

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Ma veramente era Djerba la terra dei lotofagi?
Molti invece pensano fosse Kamarina. vicinissima al campeggio di Punta Braccetto dove siamo adesso.

Clima mite, un po' ventoso. Questo lembo di Sicilia è più a sud di Tunisi, se pur di poco. Il sole già alto anche in Febbraio invita a sdraiarsi sulla spiaggia, però l'acqua è ancora freddda.
I giorni passano tranquilli, qualche lavoretto al camper nuovo e tante chiacchiere con gli altri camperisti.
Come non farsi prendere dall'oblio?

Ma niente loto, noi siamo tuttofagi.
Così a volte prendiamo lo scooter e via! a Ragusa per guardare lo splendido barocco siciliano, o la casa di Montalbano a un passo da qui (questo però ve lo diremo un'altra volta).

Certo, la voglia di tornare è passata anche a noi.


Il camper nuovo

Mare mosso

Punta Braccetto dal camper

Tramonto

Veduta di Ragusa Ibla

Il Duomo di Ragusa Ibla

S.Maria delle Scale

Barocco

Una meridiana


Montalbano

In realtà il luogo in cui c'è la casa di Montalbano non si chiama Marinella ma Punta Secca. Dal campeggio basta prendere la strada comunale 25 e dopo appena 4 chilometri si è lì. Il comune è quello di S.Croce Camerina (Camerina ? Kamarina ?) venuto alla ribalta in tempi recenti per ben peggiori motivi. Se non vi ricordate ... meglio così!

Camilleri santo subito! Al paese gli ha fatto la grazia: stuzzichini alla Montalbano, ristorante nello splendido scenario del ecc. ecc. , le vere arancine del commissario ...
Sarà che siamo andati di domenica, me era pieno di gente che si fotografava davanti alla casa. E' arrivato perfino un autobus carico di turisti.
Poco oltre il porticciolo, il faro. Tutto molto più sonnolento - in fondo è ancora inverno - ma carino e caratteristico.
Una bella passeggiata nel paesino curatissimo e pulito, poi ci siamo seduti al bar della piazzetta per un cappuccino.
Ah, la Sicilia!



Punta Secca

Camilleri ha fatto la grazia

Ci sono anch'io

la casa di Montalbano

Il faro

il bar della piazzetta

E - chissà i mafiosi - la gente è cordiale.
Come l'uomo che ci ha portato la bombola del gas a domicilio (cioè al camper) e un chilo di pomodorini in omaggio. Un'ora dopo è tornato e ci ha regalato anche delle melanzane.
O come quello che nel duomo di Modica ci ha mostrato e spiegato la meridiana, seconda solo a quella romana di Santa Maria degli Angeli.
Però il celebre cioccolato a Modica non l'abbiamo comprato. Toccherà ritornarci.



Vecchie case di Modica

Un angolo caratteristico

Il Duomo di Modica

La meridiana del Duomo

Una pausa

Antica dolceria Bonajuto

Panorama di Modica

La questura di Montalbano (Scicli)

Balcone a Scicli

Invece ieri, col tempo non tanto buono, siamo andati con gli amici al Castello di Donnafugata, quello del Gattopardo.
Come giovanottelli, con quattro motorini in fila e le ragazzine dietro.
E abbiamo pure sbagliato strada mettendoci il doppio.
Ma che bello! Pareva quasi che Claudia Cardinale fosse ancora lì.


Bikers

Donnafugata

Fuori del castello

I giardini del castello

Statuina

L'abito di Claudia Cardinale


Innamorati

Veramente l'idea l'hanno avuta Erika UND Rolf: "manciare tutti per festa di innamorati, ja?"
Che volevi rispondere? "Ja!"
Che poi, visto che hanno tutti anche più anni di noi, sembra pure strano festeggiare San Valentino. Ma si sa, il cuore è sempre giovane.
Così, dopo intense ricerche del posto giusto, domenica siamo andati in 14 all'Antico Mulino. Antipasto, due primi, carni varie, contorni, dolce, vino come piovesse (ma non proprio come un temporale) ... fino alle 4 del pomeriggio.
serata tranquilla in camper, per smaltire.

Al mattino dopo, smaltimento compiuto, abbiamo lasciato il campeggio.
I cavalli (150) del camper scalpitavano. Salutati Franco, Berta e compagnia bella, siamo andati in cerca di nuove avventure con Egidio, Patrizia e altra compagnia bella.
Certo, dovevamo ancora raccontarvi tante cose: la fantastica gelateria Blue Moon, la vecchia tonnara, l'antica dolceria Bonajuto, il cul-de-Paris ...!
Questo casomai la prossima volta. Il resto ce lo teniamo per raccontarvelo a casa.



Blue Moon

Ruderi di una tonnara

Palme


cul-de-Paris

Magari voi lo sapevate già, ma noi no. L'abbiamo saputo al Castello di Donnafugata, dove le sale ospitavano una mostra sull'evoluzione della moda nell'Ottocento con abiti antichi originali.
Il cul-de-Paris era l'imbottitura nella gonna che creava un rigonfiamento proprio là.
Forse scomodo ma di sicuro effetto.

Quante cose interessanti nella parte sud-orientale della Sicilia.
Il territorio, fortemente inciso da profondi canaloni.
Le città, stranamente poste in basso e non sulle alture, fortemente caratterizzate dal barocco e - più recentemente - dal montalbanocco.
Su tutto, anche nell'interno, incombe la presenza del mare.
Un mare severo. Nel bel parcheggio a Marina di Modica le onde battevano fragorosamente sugli scogli a pochissimi metri dal camper.
Lì vicino c'è Pozzallo, dove vengono portati a centinaia i migranti arrivati coi gommoni.
Ma non è mare da gommoni.

Però è (o meglio, era) mare da tonni. Assai caratteristica la tonnara in disuso di Marzamemi.
E sapete che ci è capitato?
La ripresa di un programma di cucina su RAI 1.
E, visto che gli abitanti del paesino in inverno sono pochissimi e forse avevano anche altro da fare, siamo stati arruolati come pubblico locale-claque.
Meno male che non dovevamo parlare, sennò sarebbe stato chiaro che venivamo da "u continente".



Marzamemi

La piazza di Marzamemi

Vecchia barca da pesca

Caldo

Banderuola

Riposino alla tonnara


Mandorli in fiore

Noto?
E' noto. E' dove il barocco ha la sua università.
Dove il tempo non risparmia i merletti disegnati nel tufo.
Dove artigiani perpetuano antiche tecniche di lavorazione.
E una passeggiata per il corso è come un tuffo in un'altra epoca.

Oddio, certo però che Roma ...


Passeggiando per Noto

Immagine sacra

La lavorazione del tufo

Noto di sera

Luna barocca

Ercole

Siamo tornati alla gelateria Blue Moon a Donnalucata: era troppo difficile resistere alla tentazione. Una anziana coppia ci ha subito identificati come camperisti.
Così, chiacchierando, ci ha consigliato di andare ad Agrigento per la festa dei mandorli in fiore.
Tre ore per fare 130 chilometri. Le strade siciliane non sono adatte a spostamenti veloci.

Agrigento poi non sembra una gran bella città se si escludono i templi greci.
Ma la festa c'era!
Sindaco biondo con fascia tricolore.
La banda.
Gruppi folcloristici da tutta l'isola.
Sbandieratori, balli, canti, varia umanità.
Poi i carretti multicolori, racconti ambulanti di storie leggendarie.
I cavalli sbuffanti addobbati all'inverosimile, innervositi dalla folla.
Piano piano tutti sono andati via.
I mandorli - complice l'inverno assai mite - sono già quasi sfioriti.
Il prossimo anno fioriranno ancora.


Carretto a modo suo

Carretto

La precisione innanzi tutto

Storie leggendarie

Varia umanità

Fedeli nei secoli


Sicilia profonda

I parenti sunnu
comu e scarpi,
chiù sunnu stritti
chiù astruppianu.

Così c'era scritto su una delle bustine di zucchero personalizzate del Bar Pasticceria Olimpia a Cattolica Eraclea.
Ogni bustina una massima diversa, un po' come i Baci Perugina.

Qui il paesaggio è più mosso, i paesi più rustici, la costa più alta e selvaggia.
E' Sicilia profonda.
Anche il cliente del bar che ci raccontava di aver lavorato ad Aprilia e a Latina mica lo capivamo tanto.


I parenti

Cattolica Eraclea

Sicilia profonda

Siamo arrivati da queste parti venendo da Agrigento, attraverso l'interno.
Non vi raccontiamo dei paesaggi. E neanche della Villa del Casale di Piazza Armerina. I mosaici - che pure avevamo già visto anni fa - ci hanno lasciati increduli e senza parole.
Una straordinaria ostentazione di ricchezza e potenza, una raffinata esibizione d'arte a testimonianza dell'antica civiltà romana.

E su tutto lasciamo parlare le immagini.



La Scala dei Turchi

Seduta sulla Scala

Il Castello di Palma di Montichiari

La costa di Palma

Via in scooter

Sant'Agostino

                                        
Vedute di Caltabellotta


Piazza Armerina bai nait

In centro a Piazza Armerina

Villa del Casale


Ragazze in bikini


                                       
Altri mosaici


Maiestatis

Nell'ultima settimana il tempo si è scatenato. Col vento fortissimo e la pioggia battente che fare?
Un pomeriggio a Sciacca al cinema, e la sera una abbuffata di pesce al ristorante "Il Faro".
Un bel giro a Selinunte.
In una tregua del maltempo una bella camminata nella Riserva dello Zingaro (ma la notte a Castellammare del Golfo il temporale ha continuato a scuotere il camper).


Porto di Sciacca

Molino Saccense

Area pedonale

Scarrozzo?

Stucchi

I faraglioni di Scopello

Nella Riserva dello Zingaro

Castellammare del Golfo

Castellammare dopo la pioggia

Così, finalmente, siamo arrivati a Palermo.
E' una grande città, nobile e contraddittoria. Antichi palazzi monumentali stanno di fianco a edifici in rovina. Il degrado assedia il centro storico, ma ci sono le piste ciclabili. Il parcheggio selvaggio restringe le strade e sui marciapiedi si cammina attenti per evitare i "lasciti" dei cani. Ma quando entri nella Cappella Palatina non usciresti più.

Va meglio il centro moderno, che però è più anonimo.
E - l'avevamo già scritto - i siciliani sono gentili e ospitali. Al Palazzo delle Aquile, chiuso perchè c'erano riunioni dei gruppi consiliari, uno dei vigili (senza che glielo avessimo detto) ha chiesto per noi un permesso e ci ha mandato dentro, dove un cordiale custode ci ha guidato illustrandoci le sale.
E' una regione insolita la Sicilia, fin dalla morfologia, spesso aspra, a volte più africana che italica. Qui sono passati tutti: greci, romani, normanni, arabi. Se ne trovano le tracce ovunque.
Nella armonica mescolanza di stili delle antiche chiese. Nelle iscrizioni multilingue. Nella popolazione: ai siciliani di nascita, già di discendenza assai varia, si sono aggiunti neri, islamici, anche una nutrita comunità indiana.


Palazzo dei Normanni

Cappella Palatina

Grandiosità e degrado

Miracoli

Una piazza monumentale

Arancini

Il custode del Palazzodelle Aquile

Iscrizione

Arrotino

Pupi siciliani

Nel mercato di Ballarò

Bottega indiana

Teatro Massimo

Cattedrale di sera

Il chiostro del Duomo di Monreale

Particolare del chiostro

Scarpe

La Vucciria

S.Giovanni degli Eremiti

La Martorana

Bigliettini

Certo, c'è ancora tanto da fare. L'emigrazione, la criminalità, hanno lasciato il segno. Ci consola leggere i bigliettini che gli studenti lasciano sulla lapide di Falcone.

E ormai anche questo viaggio sta finendo. Non vi crucciate, partiremo ancora.
PS: non è un plurale maiestatis, siamo proprio in due.