Gita a li Castelli

Là c'è l'Ariccia
più giù c'è Castello
ch'è davvero un gioiello
co' quel lago da 'ncantà.

E poi natura, storia, arte. Come non proporre agli amici una gita?

L'intera area mostra la sua origine vulcanica. Milioni di anni fa qui c'era il mare. Grandi sconvolgimenti tettonici portarono il fondo marino a sollevarsi creando fratture profonde da cui risaliva il magma. Tra  600 e 500 mila anni fa nacque così il Vulcano Laziale, attivo ancora poche migliaia di anni fa. Basta osservare il tracciato della Via Appia, che gli antichi Romani fecero passare su una colata lavica, così da risalire i rilievi verso sud ed evitare le paludi della costa.
Ancora oggi gli sciami sismici ricorrenti, la composizione dei territori (ricchi di silice, tufo e peperino), la fuoruscita di gas come il radon, mostrano le tracce di una attività non del tutto sopita. Monte Cavo ha ancora la caratteristica forma di cono. I laghi (anche quelli asciutti!) occupano antichi crateri. Da numerosi punti panoramici risulta evidente la conformazione dell'apparato vulcanico (vedere l'itinerario "Monte Cavo"). La mappa a rilievo su Google Maps basterebbe a convincere chiunque.

L'itinerio - circolare - occupa una intera giornata e richiede un mezzo di trasporto per gli spostamenti.
Al solito la scelta di cosa vedere e cosa no è solo mia. Immagino le possibili proteste, ma in una giornata non si poteva fare di più.
L'inizio e la fine? A casa mia, a Genzano. Partiamo.

Come prima tappa ci spostiamo a Nemi, a soli 5 chilometri. Appena partiti, una sosta lampo vicino al bivio sulla via Appia per fare due passi in una stradina piena di ristoranti permette di vedere il panorama del lago, su cui si affaccia il paese vecchio di Genzano da un lato e Nemi dall'altro.
A Nemi parcheggiamo con qualche difficoltà (anche per questo non siamo venuti di domenica pomeriggio!).

   

Passeggiamo per il "corso" fino a raggiungere Palazzo Ruspoli, con la caratteristica torre cilindrica. Di fianco un belvedere si affaccia sul lago ma la visuale si spinge oltre Genzano fino alla costa tirrenica. Verso sud nelle giornate limpide appaiono anche il Circeo e le Isole Pontine. Il posto è adatto per sedersi al bar e magari assaggiare le fragole per cui il piccolo borgo medioevale è famoso. Ogni anno in giugno  se ne celebra la festa. Oltre il palazzo, passando sotto un arco, arriviamo a un altro terrazzo panoramico. Da lì scendiamo alla Villa comunale, attraverso la quale torniamo al parcheggio.

Ripresa l'auto prendiamo la via in salita, quella che passa per un tunnel circolare, e raggiungiamo la Via dei Laghi. Giriamo in direzione Velletri e poco dopo a sinistra, per i Pratoni del Vivaro. Siamo su un altopiano fresco e boscoso a 600 metri di quota e non è insolita la neve in inverno. Questa zona è meta domenicale di gite e picnic nella bella stagione (purtroppo meta ogni giorno di chi cerca compagnia a pagamento). Intorno si vedono le cime più alte dei Castelli fare capolino sopra i castagni e i prati su cui pascolano i cavalli. Ecco, qui nel 1960 si svolsero le gare di equitazione per le Olimpiadi di Roma e tuttora vi è il centro CONI.

Dopo otto chilometri (attenzione agli automobilisti che pensano di stare in pista) giriamo a sinistra sulla Via Tuscolana. Dopo altri 9 chilometri uscendo da una piccola rotatoria prendiamo una stradina che ci porta al Tuscolo. Scendiamo dall'auto e a piedi visitiamo l'area archeologica dell'antica città latina. Vediamo la via romana lastricata e il teatro, saliamo fino alla croce sulla sommità del colle per guardare il panorama.

Finita la passeggiata, di nuovo in auto, invece di scendere verso Frascati torniamo sulla Via Tuscolana e proseguiamo per Grottaferrata. Dove un senso vietato obbliga a fare una deviazione seguiamo l'indicazione "Roma" ma al semaforo subito dopo proseguiamo dritti per Viale S. Nilo e dopo 700 metri giriamo a destra per parcheggiare. Siamo appena fuori delle mura fortificate che racchiudono l'Abbazia di San Nilo.

Qui c'è l'unica Chiesa Cattolica di rito Greco in Italia. Bellissimi gli interni con la tipica "iconòstasi" delle chiese bizantine, ricca di icone, a separare i fedeli dal celebrante.
Il monastero è visitabile a pagamento. In esso si trova una ricchissima biblioteca di testi greci e latini, e vi ha sede il laboratorio per il restauro dei libri antichi.

   

Si è fatto tardi, è ora di riposarsi un po' e magari mangiare qualcosa. In fondo alla strada dove abbiamo parcheggiato c'è un piacevole agriturismo, ma se si vuole tornare verso il centro le possibilità non mancano.

Ora dirigiamoci verso Squarciarelli e Rocca di Papa (occhio: autovelox) che però non raggiungiamo preferendo girare sulla destra per Via delle Barozze a un bivio dove delle sbarre indicano un severo limite di altezza. Il peggio però è la scarsa larghezza del passaggio sotto un arco puntellato perchè pericolante (non vi venga in mente di fare questo giro in camper!). Si va a senso alternato.

Tre chilometri e siamo di nuovo sulla Via dei Laghi. La prendiamo in salita per poche centinaia di metri fino a che prima di un curvone appare una stradina con l'indicazione "Convento di Palazzola". La viuzza è privata e poco avanti c'è una sbarra. Ci arrangiamo a parcheggiare all'inizio, appena possibile. Scendendo a piedi ci fermiamo a uno slargo. Da qui ci si affaccia su uno dei panorami più straordinari dei Castelli. Di fronte a noi Castelgandolfo, con le cupole della Chiesa di San Tommaso e dell'Osservatorio Vaticano, guarda il lago. La visuale si allarga verso Roma e verso il mare. L'onnipresente Monte Cavo domina dall'alto.

Il panorama si ammira anche arrivando alla Piazzetta su cui sorge la Chiesa cistercense di Santa Maria ad Nives, spesso chiusa. Sulla sinistra un passaggio porterebbe a un sentiero che raggiunge il Convento dei Cappuccini di Albano toccando antichi ruderi romani e alcune grotte frequentate - si dice - da satanisti. Da qualche tempo il sentiero è interrotto per una frana. Speriamo venga ripristinato. Nel tornare all'auto facciamo caso un po' in alto sulla destra al mausoleo marmoreo del console Gneo Cornelio Scipione, con ai lati dei fasci littori che, come qualcuno dice, forse ispirarono il simbolo del partito fascista.

Da qui la Via dei Laghi prosegue in discesa passando accanto ad alcuni altri stupendi belvedere tra i pini, comodi per fermare l'auto. Se poi il sole è vicino al tramonto, è impossibile non fermarsi e scattare qualche migliaio di foto.

Quattro chilometri dopo Palazzola lasciamo la Via dei Laghi e prendiamo a sinistra verso Castelgandolfo. Senza scendere al lago (lo teniamo buono per una passeggiata tranquilla in un altro pomeriggio) superiamo un poco l'abitato e fermiamo l'auto in un ampio piazzale aperto verso la pianura. Appena dopo, dove c'è un semaforo, saliamo a piedi superando un arco e poi prendendo sulla sinistra una viuzza che, tra numerose botteghe e scorci verso il lago, ci porta nella piazza in cui la Chiesa di San Tommaso (Bernini!) fa ala al Palazzo Pontificio, ancora oggi residenza estiva dei papi. Ci invoglia un caffè in uno dei bar della piazza.

         

Attraverso un altro arco possiamo ridiscendere sulla strada e ritrovare il parcheggio.

Al bivio già percorso a piedi saliamo ma invece che a sinistra giriamo a destra per la strada detta "galleria di sopra" (proseguendo dritti si potrebbe invece percorrere la "galleria di sotto" che ci porterebbe ad Albano costeggiando le mura di recinzione della Villa Pontificia, ma attraversare Albano porterebbe via tempo e pazienza, lo vedremo un'altra volta) per via del suo tracciato nel bosco che spesso chiude la visuale verso il cielo. Anche qui troviamo degli slarghi affacciati sul lago, che a questo punto abbiamo costeggiato dall'alto quasi per intero. Poco più di tre chilometri e con una curva secca sulla destra scendiamo verso Ariccia.

Superata una serie di "fraschette" (ma sapete che cosa sono?) cerchiamo parcheggio prima della Porta che si apre verso la "Piazza di Corte". Se siamo stanchi possiamo evitare di camminare lungo il "corso" in discesa che tra rivendite di porchetta e negozietti vari ci porterebbe ad affacciarci sulla Vallericcia e sulla pianura che porta al mare. Ma la piazza, progettata dal Bernini, bisogna vederla. La delimitano la Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta e il Palazzo Chigi (set di produzioni televisive e cinematografiche). Le due fontane d'inverno sono spesso bordate dal ghiaccio creato dalla forte ventilazione. Subito a nord il Ponte di Ariccia regala panorami verso mare da un lato e verso il Parco di Villa Chigi e Monte Cavo dall'altro.

E' ora di tornare verso Genzano. Pochi minuti, casa mia è vicina. Ed anche un bel po' di ristorantini tipici in cui passare la serata rilassandoci con qualche chiacchiera e qualche bicchiere di vino.