Caravaggio e Bernini

Per entrambi questi grandi artisti del '600 sarebbe indispensabile visitare quei musei e quelle gallerie che, a Roma, ospitano molte loro opere. Ma l'itinerario che suggerisco porta invece a visitare alcuni tra i luoghi più celebri della città e permette di ammirare capolavori liberamente disponibili. La mia scelta trascura altri siti di grande importanza ma lungo direttrici differenti.
Partiamo da Piazza del Popolo, dove saremo arrivati con la metropolitana o a piedi dal Corso
.
A piedi va anche percorso tutto l'itinerario, che risulterebbe complicato perfino con lo scooter o con i mezzi pubblici, e proibitivo in auto. Richiede almeno mezza giornata.

A Piazza del Popolo entriamo nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Sulla sinistra ci sono due tele del Caravaggio: la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro.

    

Pur essendo un profano in fatto di pittura, la luce dei quadri del Caravaggio mi è sempre parsa affascinante.
E, parlando di San Paolo e San Pietro, secondo la tradizione cristiana furono entrambi uccisi per volere di Nerone. L'imperatore romano, che ha da sempre una fama demoniaca forse esagerata, fu sepolto qui, dove un tempo c'era un bosco, sotto un albero di pioppo (da cui il nome della piazza?). Il bosco rimase maledetto per secoli, assieme al vicino  cimitero del Muro Torto dove venivano seppellite streghe, prostitute e malviventi. Nel XII secolo il Papa Pasquale II fece disseppellire il corpo di Nerone, lo fece cremare e ne fece disperdere le ceneri nel Tevere. Il luogo fu esorcizzato e venne costruita una cappella che costituì il primo nucleo dalla chiesa attuale. Infatti se diamo un'occhiata ai rilievi dell'arco sopra l'altare, dove c'era l'antica cappella, vediamo riprodotta la storia.

Storia? O leggenda?
Roma esiste da tre millenni. Storia e leggenda sono mescolate fin dalle origini stesse della città in un intreccio inestricabile. E poi - come si dice - magari non è vero, ma ci credo!

L'nterno della chiesa è ricca di altre opere, anche se la facciata non sembra particolarmente interessante.
Uscendo, sulla destra, notiamo una lapide di fianco alla Porta del Popolo. Ricorda i due carbonari Targhini e Montanari, ghigliottinati proprio in questa piazza dal celebre Mastro Titta. La loro storia fu raccontata nel film "Nell'anno del Signore".
Il soprannome "Mastro Titta" divenne così noto da diventare sinonimo di "boia" e da ispirare una filastrocca per bambini che ancora oggi qualcuno recita (e l'ultimo verso è diventato quasi un proverbio)

            Sega sega Mastro Titta
            na pagnotta e na sarciccia
            una a me una a te
            una a mammeta che so' tre.

Il film mostrava anche una strana abitudine dell'epoca: molti padri portavano i figli maschi a vedere l'esecuzione e, nel momento cruciale, mollavano uno schiaffone al figlio per sottolineare quello che sarebbe potuto capitare loro se fossero diventati dei malviventi.

Piazza del Popolo merita una bella occhiata. Da qui potremmo salire verso il Pincio. Sarà per un'altra volta. Invece ci volgiamo verso le tre strade che vanno verso il centro e prendiamo per quella più a destra, Via di Ripetta. Dopo poco alzando gli occhi sulla destra vediamo il busto di Ciceruacchio, poi ci avviciniamo al Tevere nei pressi dell'Ara Pacis (altro monumento da vedere!) e andando sempre dritti raggiungiamo Via della Scrofa. Dopo quasi un chilometro da Piazza del Popolo giriamo a destra e arriviamo alla Chiesa di S. Agostino, che ospita la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio e - hai detto niente - un affresco di Raffaello che ritrae il profeta Isaia, l'altare del Bernini e altri capolavori. Mamma mia, faremo indigestione?
Uscendo torniamo un po' indietro su Via della Scrofa per guardare...la scrofa!


       


Andiamo avanti ancora per circa 200 metri e raggiungiamo S. Luigi dei Francesi, così chiamata per essere stata consacrata a Luigi IX e scelta da subito come parrocchia della comunità francese. E qui, in una cappella, altri tre Caravaggio che hanno per soggetto San Matteo, pubblicano (esattore) protettore dei commercialisti, sepolto a Salerno.



Ma Bernini? Ci arriviamo, ci arriviamo. Basta fare altri 200 metri e siamo in Piazza Navona ( itinerario R4).
Per me è la più bella piazza di Roma. Sorge sulle rovine dell'antico Stadio di Diocleziano, trasformato in mercato ortofrutticolo e delle carni nel XV secolo  e poi usato per sguazzare nell'acqua, trasformando la piazza in un lago artificiale ottenuto sbarrando gli scarichi delle fontane per far traboccare l'acqua dell'Acquedotto Vergine fino a coprire la pavimentazione. Un gioco durato fino a quando Pio IX ne interruppe lo svolgimento.
Di Bernini è la fontana al centro della piazza, la Fontana dei Fiumi. Ai lati le quattro statue rappresentanti il Danubio, il Nilo, il Gange e il Rio della Plata. Una leggenda dice che il braccio alzato del Nilo fosse stato deciso da Bernini per ripararsi dalla caduta della facciata di S. Agnese in Agone (da vedere) progettata dal rivale Borromini e ritenuta instabile.
Una vivace descrizione della piazza quando a Roma regnava il papa la dette Giuseppe Gioacchino Belli:

            ...
            pe ttutto trovi robba che sse magna,
            pe ttutto ggente che la porta via
            ...
            cqua s'arza er cavalletto che ddispenza
            sur culo a cchi le vò ttrenta nerbate
            e ccinque poi pe la bbonifiscenza.

Infatti nella piazza, sempre frequentata, c'era la gogna e vi si svolgevano pubbliche torture assai seguite, neanche fossere state uno spettacolo.

Fare il giro di Piazza Navona è sempre piacevole: artisti di strada, pittori e caricaturisti, famosi Caffè, palazzi storici. E fino al 2014 nel periodo delle feste natalizie la piazza ospitava le bancarelle dei presepi, degli addobbi e dei giocattoli da regalare per la Befana. Speriamo si faccia pulizia degli speculatori che vi avevano messo le mani e che questa tradizione riprenda.

    

Appena fuori della piazza verso Corso Vittorio Emanuele II (sud) andate a cercare la statua mutila di Pasquino, sulla quale ignoti poeti satirici esponevano i loro versi ferocemente critici nei confronti del Papa, capo dello Stato della Chiesa. Gli autori rischiavano perfino la pena di morte.
E' cambiata la Chiesa? Sembra di si.

Usciamo dalla piazza da nord e camminiamo lungo Via dei Coronari, con i suoi negozi d'antiquariato. All'inizio della via fate una deviazione per Piazza Fiammetta. All'angolo della piazza c'è quella che viene ritenuta la casa di Fiammetta.
Perchè ne parlo? Sarà che sono sensibile al nome?
Fiammetta era una cortigiana "onesta" cioè di buone maniere e cultura, adatta anche ad essere frequentata da nobili e ricchi borghesi. Infatti fu anche amante di Cesare Borgia. E pare sia stata sepolta In Sant'Agostino.

Tornati su Via dei Coronari, dopo altri 400-500 metri giriamo a destra. Il colpo d'occhio è eccezionale. Di fronte il Tevere con il Ponte Sant'Angelo ornato di statue, appena al di là la Mole Adriana (Castel Sant'Angelo), sulla sinistra si intravede il cupolone della Basilica di San Pietro.
Fin qui vi ho fatto trascurare mille cose degne di una visita. Se volete, venite a Roma per qualche mese e ve ne farò vedere alcune.

Passiamo di fianco ai giardini per arrivare in Via della Conciliazione, stradona piena di negozi di ricordini e articoli religiosi ricavata sventrando le vecchie case del quartiere di Borgo dopo i Patti Lateranesi del 1929. La basilica è lì avanti, ma ci fermiamo nella piazza ellittica con il colonnato progettato da Bernini per somigliare a due braccia che accolgono chi si reca in San Pietro, credenti o no. Guardate gli arcobaleni che le minute goccioline degli spruzzi delle fontane creano nei giorni di sole. Guardate l'obelisco portato a Roma (uno dei tanti) da Caligola. Fermatevi nei fuochi dell'ellisse, marcati da tondi in marmo sulla pavimentazione tra l'obelisco e le fontane, e vedete come i quattro ordini di colonne si allineano e sembrano uno solo.
Poi entrate a San Pietro.



E la giornata non è mica finita.