Spedizione Asia18
B: "Ciao Camper, come vanno
oggi le batterie?"
Camper si mette in moto.
C: "RRRrrroar ...Gr Gr rooooon ..."
Traduzione:
"Mah, abbastanza bene. Certo, quest'umidità mica mi piace tanto."
Di qui in poi riportiamo direttamente la traduzione.
B:
“Sai, con l’anno nuovo ti lascio riposare.”
C: “Perché, non ti porto in Marocco?”
B: “No, andiamo in aereo in Thailandia per due mesi.”
C: “E se intanto mi si sgonfiano le ruote? E poi mi sarebbe piaciuto
venire … ho saputo che ci sono certe motorette!”
B: “Ma smettila, non ho mai visto ruote migliori delle tue. E lascia
stare
le motorette esotiche: con tante auto FIAT da noi,
certe belle carrozzerie!”
C: “Però quando torni facciamo qualche giro insieme?”
B: “Certamente! Non mettere quel muso, chiudi il cofano. Ti lascio
anche
il pieno d’olio.”
C: ”Però scrivi, magari solo su uozzapp”.
B: “Certo, lo sai che a te ci tengo. Anzi qualche volta ti scriverò
davvero, per
raccontarti meglio. A presto.”
Confermo: il
caffè in aereo è un immondo bibitone. E mi è toccato pure
finirlo perchè Fiammetta - come al solito - voleva portarsi via
le tazze.
Il nostro albergo a Bangkok è il Royal Garden Hotel, un tre stelle
invecchiato ma in buona posizione su Sathon Road, stradone dal
traffico infernale.
Bangkok ha 6 milioni di abitanti. Manco troppi, però li trovi
praticamente tutti in strada su qualche tipo di veicolo a motore.
Soprattutto durante la rush hour.
E quando è la rush hour?
Sempre.
Girano più motorini che a Roma (mica facile!). Ci sono pure i
motorino-taxi, per un solo passeggero.
Certo l’aria grigia e lo smog, i piloni dello SkyTrain, qualche
clangore metallico, ricordano un po' Blade Runner. Per fortuna la
stanza è al settimo piano, sta sopra e anche di rumore ne arriva poco.
Ma
l’umidità accresce la sensazione di caldo.
Dice: “tanto la sera la temperatura cala”.
Però di sera l’umidità si spande sulle strade come il tartaro sui
denti e rimane difficile dormire.
Ma il mio di mistero?
è chiuso in me …
All’alba vincerò.
Infatti mi sono riaddormentato solo quando già faceva chiaro
(mezzanotte, da noi!). Sarà che a 70 anni il jet lag non è uno
scherzo?
Mi sembra di vederlo, Camper, che lampeggia maligno coi fari: “ Te
l’avevo detto io”.
Le bancarelle di cibo da strada sono ovunque. E all’angolo c’è il
ristorante Laab Ubon, cucina ottima e nemmeno 5 euro a persona. Un
ragazzino cicciottello continuava a portarci piatti che avevamo
ordinato davvero, ma gli dicevamo di no.
“Maschio, facce venì tu’ sorella che è mejo”.
Accidenti se era meglio! Devo dare ragione a mio figlio Alessio: le
ragazze thai sono carine.
Peccato il ventilatore dietro le spalle. Praticamente un uragano, mi
faceva volare via tutto: salviettine, il riso coi gamberi, quasi quasi
anche il pollo spezzato con la salsa dolce.
Perchè ventilatori in giro ce ne sono tanti. Spesso pure l’aria
condizionata gelida. Andare dentro e fuori dai posti provoca sbalzi di
temperatura quasi mortali. Anche sui treni.
Ma adesso siamo andati via da Bangkok. Dopo una rapida assemblea con
gli amici abbiamo (giustamente) deciso di saltare Pattaya. In fondo
eravamo già stati una sera a Patpong. Sono tra i posti celebri in
Thailandia per motivi particolari. Diciamo così, a dimostrazione
che la Thailandia è una monarchia prostituzionale.
Invece ci siamo spostati su una piccola isola chiamata Koh Samet (koh
= isola). Qui passeremo quattro giorni di relax pieno, sulle spiagge
tropicali di sabbia bianchissima.
Forse dovrei dare più informazioni turistiche classiche: quanti volt
ha qui la 220? Come ci si va al Gran Palazzo?
Tranquilli, prima o poi ve lo dico. Intanto vi mando qualche foto.
Perchè i templi buddhisti, i giri sui canali in Long Tail Boat, i
bonzi e i venditori ambulanti, i mercati galleggianti o sulle rotaie
del treno meritano di essere ricordati.
Nel Gran Palazzo |
In giro per Bangkok |
Sui canali con la long tail boat |
Maeklong e Amphawa |
video: Il mercato sui
binari del treno |
video: Il mercato
galleggiante di Amphawa |
Di
Koh Samet devo parlarne ancora. E’ un’isola vagamente fricchettona a
circa 200 km a sud est di Bangkok, frequentata dai cittadini
della capitale
soprattutto nei fine settimana mentre negli altri giorni è più
tranquilla. Lunga una quindicina di chilometri è in gran parte
occupata dalla jungla
e protetta da un parco nazionale. Infatti per andare alle spiagge
bisogna pagare l’ingresso.
Koh Samet |
Kanchanaburi è la città del
ponte sul fiume Kwae, quello del film con la musichetta fischiettata.
La
storia del film è falsa però la storia della “ferrovia della morte” è
vera ed è tragica. I giapponesi l’hanno fatta costruire a prigionieri
di guerra e altri asiatici, causando la morte di più di 100000
persone. Questo non è Auschwitz, però visitare i cimiteri di guerra e
le ricostruzioni dei campi di prigionia fa accapponare la pelle.
Invece la città e i suoi dintorni sono posti interessanti e gradevoli,
nonostante i 36 gradi di temperatura.
Sabato sera poi c’era la fiera sulla Heritage Walking Street. Pareva
quasi che
… c’era la banda di Pignataro
che suonava il Parsifal ...Domenica siamo tornati al treno. Abbiamo percorso la tratta fino a Nam Tok, tra piante di banane, canna da zucchero e tapioca. Il tragitto, un po’ troppo lento, diventa più interessante verso la fine avvicinandosi alle alture e al confine col Myanmar (la Birmania).
Il ponte sul fiume Kwae |
|||
Kanchanaburi |
|||
Sulla ferrovia della
morte |
Ieri invece abbiamo raggiunto lo stupendo parco di Erawan: foreste, cascate, perfino bagni rinfrescanti.
E scimmie! Una di esse comparsa come un fulmine ha preso a Patrizia le banane che aveva in un sacchetto trasparente e poi è risalita su un albero a mangiarsele. Parco di Erawan |
Ricordo ancora gli anni in
cui, ragazzo, avevo ancora tante cose da sbrogliare.
Un equilibrio ancora da cercare, gli ormoni in tempesta, pochi amici
sinceri a cui ancora sono legato.
Ma almeno, cribbio, la vescica funzionava!
Funzionava meno il cervello, tipicamente da giovane maschio dell’epoca che fu.
Le sfide tipiche allora avevano a che fare con una certa idea della mascolinità.
Tempio
si dice "wat". In Thailandia ce ne sono ovunque a migliaia
(kilo-wat?).
A Bangkok ne avevamo visti di splendidi, tra frotte di turisti
indaffarati a fotografarsi.
Ayutthaya, antica capitale del Siam dal tredicesimo al diciassettesimo
secolo, è stata la più importante città di un ampio impero prima di
venire praticamente distrutta dai birmani. Molti dei templi qui sono
di origine Khmer, racchiusi in aree monumentali di grande suggestione
pur se gli edifici (in mattoni) sono a volte in rovina, complice anche
il terreno sabbioso che, assestandosi, ne ha provocato l'inclinazione.
Li abbiamo visitati a piedi, arrivando in tuk-tuk o in bici. Perfino
in barca, per raggiungere il Wat Chai Wattanaram all'ora del
tramonto.Dal fiume Chao Phraya (lo stesso di Bangkok) il sole scende
alle spalle dei templi in rovina con un'affascinante scenografia che
sembra fatta apposta.
Dall'altra parte della città molto bello anche il Wat Phana Choeng,
frequentatissimo dai fedeli che offrono cibi e tuniche ai monaci e
chiedono di acquisire meriti alle migliaia di statue del Buddha (una
alta 19 metri!) e di altre deità disseminate ovunque.
Altre deità? Si, perché sembra evidente l'influenza induista e anche
islamica.
C'è pure una comunità cristiana.
Un
tratto distintivo dei buddhisti - tutti sembrano molto religiosi - è
certamente la tolleranza. Le persone, miti e gentili, ti rivolgono
quel tenero e sorridente accenno di inchino con le mani giunte davanti
al viso. Chop Cun Cup, come ci ha detto più volte una gentilissima
ragazza alla reception di uno dei migliori alberghi (non ho detto
costoso!) dove siamo stati.
Gentili con le persone ma anche con gli animali, come quando lanciano
nel fiume il mais soffiato di tutti i colori per far mangiare i pesci
gatto.
Sai, loro credono nella reincarnazione. Hai visto mai che lì in mezzo
ci sia nonno.
Ayutthaya |
Però a gennaio 36 gradi, 94% di umidità, mi pare troppo. Tre docce al
giorno neanche bastano.
E
poi c'è una storia, ve la voglio proprio raccontare.
Sono stato all'Albergo Degli Eventi Incredibili.
Dal lavandino l'acqua invece di andare giù veniva su.
Dice: "Ma non potevi andare a un albergo migliore”?
E una volta ho messo la sveglia alle 8 ma ha suonato alle 6, tra gli
accidenti di mia moglie.
Non parliamo poi di quella sera che ho lasciato gli occhiali sul
comodino per ritrovarli al mattino vicino alla TV.
Io la so la spiegazione. Mica ho studiato Fisica per niente.
Secondo Fiammetta sto invecchiando e non mi ricordo più un cavolo.
Ma non è così. E' un'anomalia quantistica. In quel luogo il principio
di indeterminazione - chissà perché - ha effetti macroscopici.
Anzi, meno male che la carta igienica non fosse di antimateria.
E,
come sempre quando facciamo frequenti spostamenti, scrivo di un posto
ma siamo già in un altro.
Ora siamo a Sukhotai, altro luogo patrimonio UNESCO. Ancora rovine ma
più antiche, stavolta del 12^ secolo. Le nostre stanze sono a nemmeno
300 metri dall'ingresso del parco archeologico, che però è assai
esteso.
Lo abbiamo esplorato con le biciclette messe a disposizione
gratuitamente dall'albergo, anche di sera con le rovine
suggestivamente illuminate.
Il paese è appena un villaggio cresciuto attorno al parco, e c'è poco
da fare terminata la visita. Il paese nuovo è a 12 chilometri. Siamo
andati a vederlo (con i nostri potenti mezzi) ma non è di grande
interesse.
Perciò sistemiamo meglio le foto e le valigie, mettiamo a punto i
prossimi spostamenti. Anche perché i templi sono belli, ma dai e dai
cominciano a stancare.
Sukhotai |
La tanto rinomata cucina thailandese è in gran parte solo riso, noodles, pollo, maiale, calamari e gamberi, pesci gatto. Tutto in varie combinazioni con salsine piccanti, molto piccanti, o dolciastre. Ma si trovano anche verdure e zuppe, e la frutta è molto buona. Il fatto è che quando due volte al giorno devi trovare dove sederti e mangiare qualcosa - lasciando stare le cose più orripilanti per il nostro gusto - finisci sempre per prendere le stesse cose.
In effetti almeno per pranzo la miglior cosa è servirsi del cibo di strada, più vario e spesso cotto alla griglia.Chiang Mai è la capitale del nord thailandese. Sta ai piedi delle montagne, sulle rive del fiume Ping (che unendosi più a sud con un altro fiume origina il solito Chao Praya). Pur essendo la seconda città della Thailandia risulta molto meno caotica e più ordinata di Bangkok. E poi - da non trascurare - è più fresca e molto meno afosa.
Dopo aver preso alloggio in un hotel super-lusso ma un po' lontano dal centro, con un pickup rosso abbiamo raggiunto il Wat Phra Sing.Un giorno ci siamo fatti prendere - per giunta volontariamente - dalla macchina del turismo accompagnato: elefanti, discesa del fiume sulla zattera di bambù, farfalle e orchidee, un giro sul carretto tirato dai buoi. Pranzo incluso.
Intendiamoci, tutto interessante anche se in mezzo a una folla di altri turisti loro pure in batteria. La zattera poi è risultata molto piacevole e tranquilla. tour dei dintorni di
Chamg Mai |
Vi è mai capitato uno che quando viaggia invece di dimagrire ingrassa?
C'è, si chiama Bairico.Il mio alter-ego?
O, semplicemente, il mio Ego?
Quasi all'estremo nord del paese, ultima nostra tappa prima della Cambogia, Chiang Rai si è dimostrata sorprendentemente godibile. Più piccola di Chiang Mai e meno ricca di antichità, offre dei luoghi di interesse originali e suggestivi.
Uno, il Wat Rongkhun (per i turisti Tempio Bianco) è la versione Disneyana dei templi Thai, ma una visita la merita.Chang Rai | |||
video: Spettacolo nel Night Market |
Triangolo d'oro |
Ed eccoci in Cambogia, a Siem Reap, dove c'è Angkor (il non plus ultra dei templi misteriosi e cadenti).
Siamo arrivati con un lungo trasferimento in bus. Come sull'isoletta laotiana anche il tragitto cambogiano ci ha dato l'impressione di un paese povero.Angkor non sfigura rispetto alle altre aree archeologiche che abbiamo visto tra quelle più famose al mondo. Diversa, ma non meno affascinante dei Fori, della Valle dei Templi, dell'Acropoli, Petra, Pompei, Machu Picchu ...
I templi khmer dal colore severo spiccano sullo sfondo della foresta che li circonda prepotente e che a volte li assorbe. Diceva bene anche stavolta Alessio: se fossimo venuti prima qui i templi di Ayutthaya e Sukhotai ci sarebbero sembrati poca cosa.Angkor |
Dico che - accidenti! - lo scooter che avevamo affittato il primo giorno era una fregatura e abbiamo dovuto aspettare più di due ore prima che ci venissero a riprendere. Meno male che, come ha detto una donna ,"today is very cold". Infatti c'erano solo 29 gradi.
Siem Reap è cresciuta all'americana. Il centro è pieno di luci lampeggianti, locali acchiappa-turisti e musica ad alto volume. Non a caso la moneta corrente è il dollaro, non i riel cambogiani che valgono meno della carta su cui sono stampati. E tutti parlano inglese.
Ma basta uscire dalla città e appare la Cambogia profonda, arretrata e misera.Siem Reap |
Tonle Sap |
video: Coccodrilli |
L'isola
di Phuket è l'epicentro del turismo balneare in Thailandia. Per non
farsi mancare niente oltre alle spiagge si trovano decine e decine di
bar equivoci (ma equivocare è impossibile).
Un Big Buddha dall'alto di un monte osserva l'isola. Chissà che ne
pensa.
Certo, la loro religione non è sessuofobica come il cristianesimo, ma
insomma ci sarà pure una differenza tra buddhiste e buddane.
Al sud dell'isola c'è Raway, con un mercato del pesce che puoi comprare e far cuocere dalle trattorie lì accanto. Comunque non si spende pochissimo. Inoltre il barracuda da 2 chili che avevamo comprato noi l'hanno portato per errore a un gruppo di cinesi.
Ecco, i cinesi. Qui (forse anche per la ricorrenza del loro capodanno) riempiono alberghi, ristoranti, barconi. Insieme ai russi hanno quasi saturato l'isola. Se ci metti anche i gruppetti di giovani europei e i vecchi europei maschi single in cerca di ragazze thai, l'ospitalità si fa complicata.Considerate la vostra scemenza
nati non foste per esser benvenutiChi lo disse? Ulisse? Meglio cambiare posto.
Cambiato. A Chalong va meglio.
Nonostante mortaretti e fuochi artificiali a tutte le ore per il capodanno cinese.UNA CIOTOLA DI RISO SCONDITO IN PREMIO
a chi indovina se il prossimo saràPartecipate
numerosi (bacchette a pagamento).
Noi invece abbiamo partecipato a una bellissima escursione. Non ci
siamo fatti scappare la Phi Phi (c'era da immaginarselo: ho ricevuto
una scarica di commenti).
Facendoci coraggio, coi motorini in affitto abbiamo anche girato le
spiagge più belle dei dintorni, Nai Harn, Kata, Karon, Patong. Se non
mi abbronzassi che figura ci farei?
Phuket |
|||
Phi Phi |
video: Laguna Blu a Phi Phi |
C'è un'isola in Thailandia dove pesci di tutti i colori nuotano tra i coralli, a poche bracciate dalle spiagge di sabbia bianca orlate da roccioni e palmeti.
E' dove siamo noi, si chiama Koh Tao.C'è
voluta una giornata intera per raggiungerla da Phuket, prima in bus
poi con un veloce catamarano. Però il viaggio è stato interessante, a
differenza dei duemila e più chilometri percorsi finora sulle strade
thailandesi (migliori di quelle italiane!) solitamente monotone e poco
panoramiche.
Anzi, mi è rimasto un po' il rimpianto di essermi fatto convincere a
trascurare Krabi e i suoi dintorni. Una volta imbarcati abbiamo
impiegato ancora cinque ore, trascorse però quasi sempre in vista
delle isole del Golfo del Siam.
PS:
dato che c'avete già abbastanza problemi con la neve
Koh Tao |
L'isola di Koh Samui è la nostra ultima tappa prima di una raffica di voli che ci porterà a Bangkok, in Kuwait e a casa.
Nelle scorse
settimane al mare Phi Phi e Koh Tao ci avevano affascinato. Invece qui
(e un po' anche a Phuket) le spiagge più frequentate ci sembrano una
Torvajanica più esotica.
E ci dovevamo venire fin qui?
Per fortuna ci sono anche altre spiaggette, più belle e tranquille.
Perciò affittiamo un motorino e via: riposiamo, prendiamo il sole,
nuotiamo fino a tardi. Alla fine torniamo al nostro splendido albergo.
Koh Samui |
||
Aeroporto di Koh Samui |
Così arriva l'ora del crepuscolo. Ma a queste latitudini la sera scende velocemente. A noi resta una strana sensazione.
E' solo il giorno che muore
cantava un romanista. Una piccola morte, però ci lascia un leggero rimpianto: si avvicina la fine della vacanza.
E' il crepuscolo anche di questo viaggio.Poi si fa notte,
notte di nonne alla finestra
ma questa notte è ancora nostra ...Nonna torniamo. Figli, zii, cugini della portiera: torniamo.
Che pena!Ultime ore in Thailandia |